Alakim. Le Catene dell'Anima (Italian Edition) by Anna Chillon

Alakim. Le Catene dell'Anima (Italian Edition) by Anna Chillon

autore:Anna Chillon [Chillon, Anna]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: urban fantasy, dark romance, Paranormal Romance
ISBN: 9781521585511
Amazon: 1521585512
editore: Independently published
pubblicato: 2017-06-25T00:00:00+00:00


11

Alakim aveva estrema necessità di capire cosa ancora non stesse funzionando a dovere. Dal momento che Haniel con la sua voce impicciona si era preso una vacanza, non gli era rimasta molta scelta: il tentativo disperato che stava per compiere era l’idea migliore che gli fosse venuta alla mente. Ovvero l’unica.

Raggiunse la sua meta mentre il cielo minacciava già l’insorgere di un tenue bagliore. Si gettò dentro l’edificio, prese l’ascensore e si appoggiò allo stipite della porta in questione bussando tre volte.

Se Muriel avesse saputo ciò che aveva in programma, lo avrebbe accompagnato, per questo l’aveva tenuto all’oscuro. Non voleva che il Nephilim potesse biasimare se stesso se le cose fossero andate storte. Il che era una possibilità tutt’altro che remota.

Dovette suonare il campanello e continuare a battere le nocche sul legno ripetutamente prima che gli venissero ad aprire. Sotto l’anta massiccia, uno spiffero di luce annunciò la presenza di qualcuno all’interno dell’appartamento, poi vi furono scatti di serratura e l’anta si schiuse rivelando il volto di Adelaide, ancora assonnato, ma abbastanza desto da lasciar trapelare un moto di sorpresa, o per meglio dire di spavento. D’altro canto nulla di buono poteva bussare a quell’ora di notte.

La donna indossava una vestaglia sopra al pigiama, ne teneva i lembi serrati sullo sterno, la chioma canuta era arruffata sulla testa e calzava ciabatte di pezza. Aveva scostato l’anta quel tanto che bastava per vedere chi fosse a farle visita.

«Lei apre così, in piena notte, senza sapere chi c’è dall’altro lato della porta?» la rimproverò Alakim.

Adelaide si capacitò di chi fosse l’uomo che aveva davanti e soprattutto del suo stato: il volto sporco di sangue e probabilmente la stessa sostanza raggrumata tra barba e capelli. Era malandato, pendeva contro lo stipite tenendosi una spalla con l’aria di chi aveva appena visto la morte in faccia scampandogli per un soffio.

«Perdinci…» E gli chiuse la porta in faccia.

O almeno ci provò.

«Eh, no!» Alakim non avrebbe passato un minuto di più facile preda della luce sul pianerottolo di quella scala. Infilò prontamente un piede prendendosi un colpo al ginocchio, ma riuscendo a impedirle di tagliarlo fuori. Dov’era finita tutta la cortesia della garbata signora adesso?

Avanzò spingendo indietro l’ipnotista e chiudendosi la porta alle spalle. «Si ricorda chi sono?»

«Orbene, senti questa! Sono anziana, non rincitrullita. Certo che mi ricordo chi sei.» Lei vacillò e raccolse il bastone dal portaombrelli per sostenersi. Il tremito del braccio si trasmise a tutto il nerbo di legno rendendo instabile il suo equilibrio. «Vorrei che te ne andassi, Alakim» esordì energica, nonostante stesse tremando più per la paura che per i suoi problemi di salute.

«E io vorrei non dover essere qui.»

«E allora che ci fai qui?» l’interrogò con sconcerto.

Lui alzò l’indice, parlò concitato come avesse il fuoco alle calcagna. «Punto primo: aveva ragione sul vampiro.» Alzò il medio. «Secondo: la connessione che avevo con lui si è spezzata, non costituisce più un pericolo per Marsiglia, immagino le faccia piacere saperlo.»

«Sì, certo» commentò lei prudentemente, ancora scossa da quel risveglio brusco e surreale. «Mi farebbe piacere anche non ricevere visite del genere in piena notte.



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